Grande nebulosa di Orione

Il cielo della Čičarija (Ciceria), il cielo di 50 anni fa

[Tratto da: © Loris Dilena & Giuseppe Turzi, Istria - Cherso - Lussino - Veglia / Oasi di natura, Sergio Schiberna (Trieste, 1997), Il gruppo del Monte Maggiore (Učka e la zona montana che si estende da Abbazia (Opatija) fino a Lanischie (Lanišce), Croazia",  p. 166-170.]

L'illuminamento delle città e anche dei piccoli paesi impedisce ormai di osservare il cielo. Oggi i bambini quasi non sanno più che sulle loro teste brillano le stelle, e quando succede che un pianeta molto brillante come Giove o Venere è facilmente osservabile la sera oppure all'alba, si domandano cosa sia. E non solo i bambini! Quanti adulti si immaginano di aver visto un UFO, o qualche altro strano oggetto e telefonano allarmati agli osservatori astronomici. 

I tanti amatori, che si costruiscono i loro telescopi e che una volta li ponevano sul terrazzo di casa, oggi sono costretti a cercare qualche campagna isolata, e più spesso si raggruppano in associazioni per ottenere qualche aiuto dai rispettivi comuni per costruire un telescopio e una cupola e ottenere garanzie che il luogo prescelto sarà mantenuto nell'oscurità. 

Gli astronomi professionisti una volta avevano il loro telescopio nel recinto dell'osservatorio, situato di solito in luoghi che all'inizio del secolo erano in aperta campagna, e oggi sono in piena città. Perciò gli osservatori sono diventati istituti di ricerca dove si dispone di biblioteche e centri di calcolo e di tutto il necessario per analizzare e interpretare le osservazioni fatte altrove. Cioè o da telescopi situati su satelliti, oppure in quei pochi luoghi rimasti sulla Terra dove l'oscurità è ancora assoluta e dove le condizioni atmosferiche sono tali da garantire un gran numero di notti serene e senza vento, che provoca turbolenza atmosferica, e disturba le immagini. 

I più grandi osservatori si trovano oggi sulle Ande cilene, a Muanakea nelle Hawaii, alle Canarie, nel deserto australiano o in quello dell'Arizona. Tutte le regioni della Terra densamente popolate, come l'America o l'Europa, fotografate di notte da satelliti, appaiono cosparse di grandi macchie luminose. 

Allora non esistono più dei luoghi facilmente accessibili, da cui un astrofilo o un semplice curioso del cielo, possa vedere le stelle, come si osservavano un secolo fa? Per fortuna, ci sono ancora, anche se non soddisfano al requisito di avere almeno 300 notti all'anno serene e calme. Una di queste zone si trova proprio a poche decine di chilometri da Trieste, in quella parte dell'Istria chiamata Čičarija. è una regione montuosa che copre la zona Nord-orientale dell'Istria, e prende il suo nome da una popolazione di origine rumena, i Cici. A economia prevalentemente rurale, questa regione è ancora poco popolata e ci sono chilometri e chilometri completamente disabitati, con notti ancora completamente buie. 

E qui che ho scoperto il cielo, lo stesso cielo che potevo osservare a Firenze durante la guerra, quando l'oscuramento obbligava a spengere le modeste luci cittadine di 50 anni fa. 

Può sembrare strano che un astronomo dica di aver riscoperto il cielo. Ma in realtà quando si lavora a un grosso telescopio, il tempo è contato e si è tanto assorbiti dalle varie operazioni, che non ci si può permettere di sbagliare. Così, il cielo quasi non si guarda e tutto quello che interessa è l'oggetto in studio, singola stella o galassia, che appare come un puntino o una macchia luminosa sullo schermo televisivo, collegato al telescopio.

In una di queste fredde e serene notti di gennaio, quando la Luna è già tramontata, il cielo visto dalle montagne della Čičarija (Ciceria) è straordinariamente scuro e le stelle si stagliano con tanta vividezza che sembra di poterle toccare. 

Durante la prima parte della notte si nota a Nord basso sull'orizzonte il carro dell'Orsa Maggiore e un pò più in alto quello dell'Orsa Minore. A Ovest la Lira con la brillante Vega e la croce del Cigno stanno tramontando, mentre a Est si alza il Cane Minore con la gialla Procione, e già più alti sono i Gemelli con le brillanti Castore e Polluce. 

Ancora più alta Capella e quasi allo zenit il Perseo; un pò più a Nord il "W" della Cassiopeia e più a Sud la costellazione di Andromeda. Chi abbia un ottimo visus riuscirà a individuare una macchia biancastra sopra la stella delta (la quarta in ordine di splendore). è la galassia di Andromeda, nota anche come M 31 (il numero 31 del catalogo di Messier) o NGC (New General Catalog) 224. Scendendo con lo sguardo verso l'orizzonte meridionale, troviamo a Est Sirio, la stella più splendente del cielo che si sta alzando, poi la bella costellazione di Orione, dove la rossa Betelgeuse più in alto, l'azzurra Rigel più bassa e le tre sorelle della cintura disegnano un rombo allungato. 

Facilmente riconoscibili le Pleiadi, che formano un piccolo gruppetto di stelle brillanti. Chi abbia buona vista riuscirà a contarne sette. E quasi altrettanto notevole la costellazione del Toro con la rossa Aldebaran. 

Ma lo spettacolo più straordinario, anche perchè l'avevamo quasi dimenticato, è offerto dalla Via lattea. Partendo dal ìW'I di Cassiopeia e andando verso Est, la fascia lattiginosa traversa le costellazioni di Perseo e dell'Auriga verso il Toro, Orione e i Gemelli; andando invece verso Ovest traversa la costellazione del Cigno e si biforca poi in due rami, uno verso Ofiuco e l'altro verso l'Aquila. Sono stata spesso su queste montagne nella stagione più piacevole per sdraiarsi sull'erba e guardare il cielo: in agosto e settembre. 

Fra le dieci di sera e mezzanotte vediamo a Nord Ovest l'Orsa Maggiore e più alta a Nord l'Orsa Minore. Queste due costellazioni sono abbastanza vicine al polo celeste (che è il punto in cui l'asse di rotazione terrestre prolungato all'infinito, incontra la volta celeste) e perciò sono dette circumpolari. Hanno la caratteristica di essere sempre visibili sia d'estate che d'inverno. La stella Polare è quasi coincidente col polo celeste e perciò indica il Nord e per secoli è stata l'unico riferimento e guida sia dei marinai che dei viaggiatori in genere. 

A Est sorge Andromeda e un pò più alta Cassiopeia. Quasi allo zenit, Vega e poco più a Est Deneb, la più brillante stella del Cigno. Procedendo verso Ovest incontriamo la costellazione di Ercole mentre nei Bovari sta tramontando Arturo. A Sud si dispiega la parte più ricca del cielo, perchè là si trova la costellazione del Sagittario, che indica la direzione del centro galattico. 

Alle nostre latitudini, circa 45 gradi, il Sagittario è molto basso sull'orizzonte e solo dalle montagne, con orizzonte meridionale libero e cielo terso se ne possono osservare le stelle più brillanti; ancora più a Sud-Ovest velata dalla caligine dell'orizzonte scorgiamo la rossa Antares. 

La fascia della Via lattea in questa stagione è ancora più straordinaria che in inverno perchè il centro galattico, nel Sagittario e nello Scorpione, e il maggiore addensamento di stelle e nubi di materia interstellare. 

Monti della Vena Ciceria

Se intorno al 12 di agosto avremo la pazienza di passare gran parte della notte a osservare questo magnifico cielo della Čičarija, potremo assistere alla pioggia di stelle cadenti, dette anche "Lacrime di S. Lorenzo" (un santo che si commemora il 10 agosto). Invece delle rare e sporadiche scie luminose che si osservano di solito, ne vedremo decine e forse centinaia; e se fosse vero il detto popolare che formulando un desiderio prima che la "stella" scompaia questo si avvera, non faremmo a tempo a inventarne tanti. 

Ma cosa sono le "stelle cadenti"? In realtà il nome è completamente fuorviante, perchè non hanno niente in comune con le stelle. Si tratta per lo più di minuscole particelle solide sparse nello spazio interplanetario oppure residui di comete di cui seguono le orbite. Catturate dal campo gravitazionale terrestre penetrano nell'atmosfera e ne eccitano gli atomi e le molecole, che emettono quella luce che osserviamo sotto forma di una lunga scia splendente. Le particelle solide sublimano, passano cioè direttamente dallo stato solido a quello gassoso e si chiamano meteore. Ma ci sono anche corpi più grossi che non sublimano completamente nell'atmosfera, cosicchè una parte di essi arriva al suolo, portandoci dei campioni di materiale extraterrestre. Si chiamano meteoriti. 

Altri esplodono nell' atmosfera, e sono detti bolidi. 

Uno di essi cadde nella notte tra il 18 e il 19 gennaio del '93 e venne visto da gran parte dell'Italia Nord-orientale e centrale, oltre che dall'Istria. In particolare venne accuratamente osservato da un astrofilo croato, Korad Korlevic. 

La più impressionante caratteristica di questo bolide fu che illuminò a giorno per qualche istante il paesaggio. Dalle rilevazioni fatte da Parenzo e da Fiume, Korlevic ha ricostruito la probabile traiettoria del bolide, la cui scia sarebbe terminata all'altezza di circa 22 km. sopra l'Emilia, fra Imola, Faenza e Lugo. 

Ma ritorniamo alle lacrime di S. Lorenzo. Perchè se ne osservano tante proprio nella notte del 12 agosto, e non più del 10 come accadeva in passato? Si è già accennato che l'orbita di questo sciame di meteore, come quello di molti altri sciami, coincide con quello di una cometa. Le comete lasciano lungo la loro orbita un pulviscolo di materia. Ogni volta che la Terra, durante la sua rivoluzione attorno al Sole, incrocia l'orbita di una di queste comete, incontra una gran quantità del loro pulviscolo, che penetrando nell'atmosfera dà luogo alle più o meno eccezionali piogge di stelle cadenti. L'orbita dello sciame è soggetta a perturbazioni da parte della Luna e dei pianeti, e perciò il punto e quindi l'epoca in cui lo sciame incrocia l'orbita della Terra varia leggermente nel tempo. Sempre a proposito di comete, la famosa cometa di Halley, al suo passaggio del 1986 era difficilmente osservabile alle nostre latitudini settentrionali, perchè bassa sull'orizzonte. Malgrado queste difficili condizioni fu ben visibile dalla Čičarija, proprio grazie all'intesa oscurità che vi regnava oltre alla possibilità di osservarla da un'altitutidine intorno ai 1000 metri. 

Molto meno spettacolare ma interessante è stato il passaggio della cometa periodica Borrelly, osservabile via via attraverso le costellazioni dei Gemelli, Cancro, Lince e Orsa Maggiore, solo con l' aiuto di un piccolo telescopio di 10 cm. di diametro. è passata al perielio il primo novembre 1994, e alla minima distanza dalla Terra il 4 dicembre. Era inusuale perche si indeboliva molto lentamente dopo il perielio, ed è rimasta visibile per molti mesi. 

Spero che chi ha avuto una volta l'occasione di passeggiare di notte per questa zona montana dell'Istria, scoprendo forse per la prima volta la meraviglia di un cielo non offuscato dalle luci cittadine, sia invogliato a riconoscere almeno le stelle più brillanti, e le costellazioni, i cui nomi ci parlano delle antiche mitologie greche e romane. I nomi, quasi tutti arabi delle stelle, ci ricordano la storia di questi lontani predecessori dei moderni astronomi, che più di 2000 anni fa osservavano lo stesso nostro cielo e si interrogavano sulla natura delle stelle, sul perchè dell'alternarsi del giorno e della notte e del mutare delle costellazioni nel corso dell'anno. 

Un'ultima notizia curiosa e un pò melanconica, perchè si tratta di un imbroglio: specialmente in America ci sono degli attivissimi venditori ai quali è venuto in mente di vendere anche le stelle. Infatti, offrono agli ingenui, di battezzare col loro nome qualche invisibile stellina, rintracciabile solo nei più completi cataloghi.

Margherita Hack


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Created: Tuesday, September 03, 2002; Last updated: Tuesday, February 14, 2023
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