Canti di prigionia
[Tratto da: © MusicaClassica -
Arte di Paolo Fiordalice, Canti di prigionia -
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I tre canti che formano questo importante
ciclo dallapiccoliano sono:
Preghiera di Maria Stuarda
Dallapiccola cosi si è espresso sulla
genesi dei tre Canti di Prigionia:
«Stavo lavorando alla mia prima opera,
Volo di notte (...) quando presero a circolare strane voci (...> Che
il fascismo, dopo l'esempio di quella hitleriana, potesse dare il via a
una campagna razzista? (...) ..la campagna antisemita fu ufficialmente
aperta ...) Avrei voluto protestare; ma, insieme, sentivo che ogni mio
gesto sarebbe stato vano. Solo attraverso la musica avrei potuto
esprimere la mia indignazione (...). Proprio in quei giorni avevo
terminato la lettura della Maria Stuarda di Stefan Zweig in cui avevo
scoperto una breve preghiera scritta dalla regina negli ultimi anni di
carcere (...>. Tuttavia, un solo brano mi sembrava troppo poco per
esprimere completamente la mia protesta. Dovevo cercare altri testi, di
altri prigionieri famosi.» -
O Domine Deus !
speravi in Te.
O care mi Jesu ! nunc libera me
in dura catena, in misera poena, desidero Te.
Languendo, gemendo et genu flectendo.
Adoro, imploro, ut liberes me. |
Invocazione di Boezio
Sulla saltuaria utilizzazione della
tecnica dodecafonica, Dallapiccola scrive:
«Il sistema dodecafonico mi attraeva,
sebbene allora ne avessi una conoscenza ancora parziale.; in ogni modo,
una serie di dodici note poteva servire come tema principale. Ma un
giorno mi balenò l'idea di unire i singoli brani non solo con un tema di
dodici note, trattato il piu' liberamente possibile, ma anche con un
frammento del liturgico Dies irae dies illa. Poiche la guerra era
scoppiata proprio allora, niente di strano nel pensare al Giudizio
Finale.» -
Felix qui potuit boni
fonten visere lucidum
Felix qui potuit gravis
terrae solvere vincula. |
Sulla saltuaria utilizzazione della
tecnica dodecafonica, Dallapiccola scrive:
«Il sistema dodecafonico mi attraeva,
sebbene allora ne avessi una conoscenza ancora parziale.; in ogni modo,
una serie di dodici note poteva servire come tema principale. Ma un
giorno mi balenò l'idea di unire i singoli brani non solo con un tema di
dodici note, trattato il piu' liberamente possibile, ma anche con un
frammento del liturgico Dies irae dies illa. Poiche la guerra era
scoppiata proprio allora, niente di strano nel pensare al Giudizio
Finale.» -
Congedo di Girolamo Savonarola
Dunque è a contatto con una realtà da
contestare che Dallapiccola inisorge, e insorge non solo ricorrendo a
testi di celebri prigionieri del passato in funzione di denuncia della
situazione presente, ma sul piano concreto delle scelte tecniche e
linguistiche, configurando una nuova dialettica tra metodo dodecafonico,
nato dalla necessità espressionistica di rappresentare il caos
esistenziale mediante la razionalizzazione del « negativo » che
deliberatamente rifugge da polarizzazioni tonali e dalla tradizionale
normatività, e plastica evidenza del disegno musicale, impulso ad
esprimere il contenuto in una forma potentemente comunicativa, lontana
da tematiche decadentistiche. Il rigore massimo della scrittura corale,
la bellezza del materiale acustico, ora insistito su timbri cupi, ora
dolci e siderei, il proverbiale nitore di ogni pagina, fanno di questi
Canti uno dei capolavori del nostro tempo.
Premat mundus,
insurgeant hostes, nihil timeo
Quoniam in Te Domine speravi,
Quoniam Tu es spes mea,
Quoniam Tu altissimum
posuisti refugium tuum. |
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