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L'arca con il sarcofago di San Nazario
che si trova dietro l'altare maggiore del Duomo di
Capodistria. |
San
Nazario, patrono di Capodistria
Del Santo patrono di
Capodistria e
primo vescovo della diocesi poco si sa. Molto aiutano la tradizione
costante e il culto antichissimo. Nazario si dice nato a Boste
(latinamente Elpidium) nel territorio capodistriano. Fu creato vescovo
da papa Giovanni I nel 524, quando ad istanza dell'imperatore d'Oriente
Giustino I vennero riordinate le diocesi istriane coi loro pastori: e il
parere del Kandler, che sulla scorta di cronache e di scrittori antichi
(Schoenleben), segue il Naldini. La prassi liturgica festeggiò il Santo
il 19 giugno. Particolari della sua vita sono ignoti.Sempre secondo la
tradizione, le sue reliquie sono state miracolosamente rinvenute in
cattedrale, sotterra, nel 601 assieme ad una lastra di piombo con alcune
lettere: Nazar / presul / migravit in Domino / Kal XIII iul.
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San Nazario,
scultura in legno (sec. XIV)
Capodistria,
Museo Regionale). |
Questa versione viene infirmata in vario
modo, fino a relegare tra le leggende posteriori I'esistenza di S.
Nazario e del suo episcopate L'Ughelli (1650) sulla scorta di C. Sigonio
(De regno Italiae, 1574) afferma che appena nel 756 i capodistriani
ottennero dal papa Stefano II di avere un loro vescovo, e questo fu
Giovanni, consacrato dal patriarica di Grado Vitaliano. Credenza accolta
dagli storici Francol,
Scussa,
Ireneo
della Croce e altri.
Siccome il Martirologio Geronimiano alia
data 19 giugno ricorda i noti martiri milanesi Nazaro, Gervaso, Protaso
ecc. (ma festeggiati il 28 luglio), il Lanzoni opina che lì i
capodistriani abbiano pescato, per motivo di prestigio, il nome per il
loro santo patrono (che poi martire non è stato!). II Paschini taglia
corto: la diocesi di
Capodistria data dal secolo VIII e S. Nazario un santo locale non è,
perché prima di allora, la storia tace dell'una e dell'altro oppure sono
notizie scarse e nebulose.
II problema è irto, non risolto. Vescovi in
Istria esistevano certo prima del 524, basti pensare al Mauro di
Parenzo, martire forse sotto Valeriano. E non discutiamo di Egida,
oppido romano, citato da Plinio. Colonie e municipi romani diventarono
sedi vescovili.
L'archivio vescovile di
Capodistria
soffrì incendi e devastazioni, come quello comunale. Difatti l'Ughelli
parla delle reliquie ritrovate «secondo antiche scritture» e il
Manzuoli: «Non ho potuto trovare [notizie] essendo smarrito un libro
dov'erano descritte le vite (lezionario)». Quindi esisteva.
Quando i genovesi presero
Capodistria,
nel luglio 1380, tolsero dall'arca le reliquie di S. Nazario e, assieme
a quelle di S. Alessandro papa, le portarono a Genova. Per merito di
quell'arcivescovo, Pileo de Marini, vennero restituite al vescovo
Geremia Pola il 9 luglio 1422.
Un ospedale, chiese diverse, dipinti e
sculture in città e fuori hanno ricordato per secoli la memoria di S.
Nazario.
L'anello di San Nazario
L'anello di San Nazario, oreficeria del secolo XV, è un cimelio
preziosissimo del tesoro della Cattedrale di
Capodistria.
Poco o per nulla noto, mcrita la più viva attenzione sia come opera in
sc sia sotto l'aspetto storico. Era chiuso nell'arca (opera di Filippo
De Sanctis, gemella dell'arca di Sant'Isidoro nella Basilica di San
Marco a Venezia) contenente le ossa del protovescovo e patrono di
Capodistria
fino a pochi anni or sono, quando in obbedienza al Concilio Vaticano II
si riformò l'altare maggiore e l'arca (incassatavi nel lato posteriore
nel secolo scorso) fu liberata e poté essere ammirata anche nei lati.
Fatta allora la ricognizione delle reliquie, fu prelevato dal sarcofago
(dov'era accanto alle falangi dello scheletro), e ora è custodito nel
Palazzo Vescovile, il meraviglioso anello, prima visibile soltanto il
giorno di San Nazario (19 giugno d'ogni anno) per qualche ora (quando
l'arca veniva aperta superiormente in corrispondenza della mensa
dell'altare) attraverso il cristallo sigillato.
Si tratta d'un capolavoro d'oreficeria
veneziana molto grande (il castone copre due dita) in oro zecchino con
un enorme rubino. Vi sono due stemmi (della famiglia dogale Barbo e del
pontefice Paolo II, al secolo Pietro Barbo, veneziano, vissuto fra il
1417 e il 1471 e papa dal 1464 al 1471, il promotore della fabbrica del
Palazzo Venezia a Roma), e i simboli dei quattro Evangelisti. Inoltre
v'è l'iscrizione PAVLVS PP. SECVNDVS. Ciò significa che Papa Paolo II
donò a San Nazario il suo anello pontificale. Com'è noto, i Barbo erano
stati magistrati veneti a
Capodistria, e Bartolomeo nel 1368 era stato incaricato della difesa
della città. Dunque i Barbo si sentivano particolarmente legati al
capoluogo dell'Istria veneta. Pietro Barbo, divenuto nel 1464 Papa Paolo
II volle rendere omaggio a San Nazario col dono del proprio anello che
in questo modo è giunto sino a noi.
(f.s.)
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Arca di San Nazario
(sec. XV) di Filippo De Sanctis. (Capodistria,
Cattedrale). |
Bibliografia:
- Archivio antico della diocesi di
Capodistria,
presso la Curia vesc. di Trieste (Atti v.° G. Pola e Regesto Marsich;
Atti v.° F. Zeno, V);
- N. MANZUOLI, Nova descrittione della
Provincia de I'lstria, Venezia, 1611 (Nella seconda parte, Vita dei
Santi, pp. 7-28, espone l'avvenuta restituzione delle reliquie di S.
Nazario da Genova a
Capodistria);
- F. UGHELLI, Italia Sacra,
Venezia, 1717-1722, V, pp. 356, 381;
-
G. F. TOMMASINI, Commentari ... in
«Archeogr. Triestino», 1837, p. 338 ss.;
- P. XALDINI, Corografia ...,
Venezia, 1700 (e in riedizione anastatica del 1975) pp. 24-39 e passim,
41, 42;
- P. KANDLER, L'Istria, V, 1850,
pp. 114;
- ID., Indicazioni ..., Trieste,
1855, p. 10;
- F. PETRONIO, S. Nazario protovescovo
di Capodistria,
cantica,
Capodistria,
1877;
- G. PUSTERLA (A. TOMMASICH), S.
Nazario, protovescovo di
Capodistria,
memorie storiche,
Capodistria,
1888;
-
P. STANCOVICH,
Biografie degli uomini
distinti dell'lstria,
Capodistria,
1888, pp. 67, 68;
- H. DELEHAYE, De Sanctis Histriae
necnon Dalmatiae, in «Analecta Bollandiana», 1901;
- e in AMSI, 1900, pp. 360-405; F.
-
F. BABUDRI, San Nazario, patrono di
Capodistria,
monogrqfia popolare,
Capodistria,
1901, pp. 47;
- ID., Serie cronologica dei vescovi di
Capodistria,
in «Archeografo Triestino» 1910, pp. 173-239;
- F. LANZONI, Le diocesi d'ltalia,
Faenza, 1927, pp. 861-862;
- P. PASCHINI, Antichi episcopati
istriani, in «.\lcmorie stor. forogiuliesi», 1915, pp. 139-148;
- D. VENTURINI, Guida storica di
Capodistria,
Capodistria,
1906;
-
C. DE FRANCESCHI, Delle origini di
Capodistria e
del suo vescovato, Deputazione di storia patria, Venezia, 1952;
- A. ALISI, Il duomo di
Capodistria, Roma, 1932;
- F. SEMI, Il duomo di
Capodistria,
Parenzo, 1934;
- ID., Un inedico ... la Mariegola de
Santo Nazario, in «Ateneo Veneto», 1985;
- E. PREDONZANI, S. Nazario, in
«Pagine Istriane», 1956, pp. 25-29;
- R. GIOLLO, San Nazario, protovescovo
e patrono di
Capodistria, Trieste, 1969;
- G. SERDI, Le sculture sulla facciata
del duomo di
Capodistria, in AMSI n.s. XXXVI, Trieste 1988, pp. 123-133.
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Addendum di
Pietro Valente:
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Copertina del libro di Ricciotti Giollo |
Per la biografia tolgo un passo dal libro di
Ricciotti giallo pubblicato nel lontano 1969 (è un bel libro pieno di
ricordi e fotografie rare che penso si possa ancora trovare in giro
magari presso la Fameia Capodistriana, aderente all’Unione degli
Istriani).
“Nazario, di stirpe greco romana, nacque
presumibilmente tra il 470 e il 480 a Boste (Elpidium)[oggi Borst],
la villa che dista da
Capodistria
poco più di 28 chilometri. I più vecchi abitanti di questa località
mostrano ancora oggi dei ruderi di antiche mura, consistenti in grosse
pietre squadrate, che la tradizione asserisce essere le rovine
dell’antico castello ove Nazario nacque.
E la sua deve essere stata una famiglia
nobile, o almeno benestante e qualificata, se egli venne scelto dal
patriarca a ricoprire quella prima importante carica religiosa
nell’antica Egida, ottenendo sia il benestare del Papa Giovanni I° che
dei poteri civili (re d’Italia era Teodorico).”
Va aggiunto che il santo è venerato anche a
Genova, dove per un periodo aveva soggiornato.
Secondo la tradizione muore a
Capodistria
nel 557 e sepolto nella chiesa di S.Maria Maggiore (non si sa bene dove
fosse questa chiesa, si suppone nella zona del Brolo). Esiste quindi una
certa confusione sulla storia di questo santo.
È chiaro comunque che si tratta di due
persone diverse. In Liguria, secondo il libro di Ricciotti Giollo, il
culto del santo ha origini antichissime, mentre secondo alcuni cronisti
il Nazario di
Capodistria
avrebbe preso possesso della sua chiesa nel 524 e sarebbe stato
consacrato probabilmente ad Aquileia e non a Capris, sull'isola dove più
tardi sorsero Giustinopoli e
Capodistria.
Non esistendo documenti tali da avallare la storia definitiva, anche
se S.Nazario non fosse mai esistito, i capodistriani continuerebbero
a considerarlo loro protettore e anche il simbolo della città.
Sulla piazza del paese di BOSTE (ora BORST) esiste una elegante
cappelletta dedicata a San Nazario, vecchio Patrono e Vescovo della
città di
Capodistria
e nativo proprio di Boste. Questo piccolo monumento è vicino la
chiesetta dei S.S. Rocco e Sebastiano che sono curati dai pochi
abitanti del paese.
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Sopra:
cappelletta dedicata a San Nazario |
Sotto:
dettaglio dell'immagine inserita nella cappelletta |
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La chiesa dedicata a S. Nazario si trova
invece nel cimitero di Boste che è ubicato lungo la strada per GLEM (dal
crinale di questa località si gode il più bel panorama del vallone di
Capodistria e
del golfo di Trieste). All'interno della stessa è inserito un quadro del
Santo in abiti vescovili con sullo sfondo la sua città. Il quadro si
trova in cattivissime condizioni, per cui se non viene preso in
considerazione quanto prima, un intervento di restauro, l'opera è
destinata purtroppo alla rovina definitiva.
Tratto da:
-
Luigi Parentin, Il Cristianesimo in Istria, pp. 50-?
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Addendum e fotografie -
Pietro Valenta
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