PARENZO - RICOMPOSTO UN ALTRO TASSELLO DELL’ANTICA STORIA

La Basilica Eufrasiana non smette di stupire

Lara Musizza

[Tratto da: © La Voce del Popolo, 18 ottobre 2007 - http://www.edit.hr/lavoce/071018/cistriana.htm.]

PARENZO – La sacrestia della monumentale Basilica Eufrasiana di Parenzo non cessa di stupire gli archeologi ed i ricercatori. Il professor Ivan Matejčić, che ultimata l’ultima fase dei lavori di scavo, sta preparando ora insieme ai suoi collaboratori il sito per la presentazione al pubblico è letteralmente entusiasta delle ultime scoperte. Grazie a queste è stato ricomposto un’altro importante tassello dell’antichissima storia della città. Questa volta sono venuti alla luce i resti dell’abside di quella che era la seconda basilica della Parenzo paleocristiana.

La millennaria storia della Basilica Eufrasiana si sta rivelando dunque sempre più ricca di particolari ad ogni nuovo intervento di scavo. Le scoperte archeologiche più recenti, che vengono condotte a fasi di cui l’ultima si è appena conclusa danno per certo un fatto: nella parte in cui s’ergeva un tempo la sacrestia della primordiale Basilica di Parenzo esisteva prima ancora una cappella cristiana di epoca preromanica risalente al lontano VII o VIII secolo. In seguito, tra l’VIII e il X secolo, fu ampliata diventando una chiesetta triabsidale. Tutto ciò avveniva nello spazio del presbiterio della basilica costruita qui nel V secolo, la qual cosa trova conferma nei bei mosaici venuti alla luce che sono al di sotto di ben 14 centimetri di quelli della basilica stessa la qual cosa fa supporre che tra il presbiterio e l’aula principale della basilica esistessero dei gradini.

Intanto gli interventi di restauro degli affreschi venuti alla luce nell’antica sacrestia della Basilica, finanziati anche questi da parte del Ministero per la cultura, sono stati completati. Delle splendide pitture che un tempo ricoprivano evidentemente del tutto le pareti interne gli esperti sono riusciti a recuperare soltanto una minima parte: quanto basta comunque per rendere l’idea a chi li vede, di quanto dovevano essere belle le pitture nella loro interezza. Sulla parete sud della sacrestia si distinguono scende dell’arresto di Cristo e del processo a cospetto di Ponzio Pilato. Sul muro opposto è raffigurata la scena del martirio di un Santo sottoposto a torture con la frusta. Gli esperti restauratori non sono stati comunque ancora in grado di chiarire con certezza di quale Santo si tratti. Questa parte dei dipinti risale senza ombra di dubbio alla fine del XIV secolo ed hanno caratteristiche tipicamente del tardo gotico comuni a pitture dello stesso tipo di scuola nord italica. Gli intenditori le affiancano ber bellezza e stile a quelli venuti alla luce nella chiesetta di San Barnabà a Visinada. Al di sotto di questo strato di pitture ce ne deve essere un altro ancor più antico del quale per il momento sono venute alla luce soltanto piccoli frammenti.

Ad eseguire i restauri degli affreschi della Basilica è stato il laboratorio Renzo Lizzi di Artegne in provincia di Udine che collabora con la Sovrintendenza istriana alle Belle Arti già da più di un decennio e che aveva effettuato ad opera d’arte anche gli interventi di recupero dei meravigliosi dipinti della chiesetta di San Barnabà e di quella di Madonna dei Campi di Visinada.Come rileva il professor Ivan Matejčić, responsabile degli interventi, le parti scoperte di queste pitture primordiali (delle decorazioni ed il disegno di un ginocchio) danno ad intendere che si tratti comunque di raffigurazioni monumentali risalenti al periodo preromanico. Per ora tuttavia non si è andati oltre per non danneggiare lo strato di pitture superiore.

Da rilevare che l’antica sacrestia dell’Eufrasiana era stata sottoposta a interventi di ricerca già ai tempi dell’Italia, nel 1936, anno in cui vennero alla luce i primi affreschi e le pavimentazioni della basilica primordiale del V secolo. Dei secoli successivi si è riusciti a recuperare parte dell’altare, un sarcofago di epoca preromanica risalente al VII o VIII secolo e le basi delel tre absidi costruitre trecento anni dopo. Un millennio di storia individuabile e riconoscibile in varie stratificazioni, negli spazi dal presbiterio.

Ultimati gli interventi più delicati ed esigenti, nel corso di questi ultimi giorni gli addetti ai restauri hanno ripulito i mosaici e le pavimentazioni in pietra venuti alla luce. Ora installeranno intorno al sito una pedana metallica sulla quale sarà possibile camminare per vedere gli scavi da vicino. Questi lavori sono stati affidati all’azienda “Ingrad” di Zagabria e saranno finanziati in gran parte dal Ministero per la cultura, in collaborazione con le autorità locali e regionali nonché con i mezzi incamerati grazie alla vendita dei biglietti ai visitatori del museo d’arte sacra dell’ antico episcopio.

Il professor Matejčić stima che i lavori alla Sacrestia saranno ultimati del tutto al massimo entro la fine del mese in corso. Poi si continuerà a eseguire altre ricerche nella vicina Cella Trichora, quella che conserva il sarcofago del martire San Mauro, patrono di Parenzo. “Si tratta di un lavoro che si protrarrà avanti sicuramente per il prossimo biennio” – ci ha spiegato professor Matejčić. Ultimate anche queste ricerche i visitatori potranno avere finalmente una visione completa del complesso della Basilica, iniziando dall’episcopio, per passare al museo d’ arte sacra, vedere le mura di cinta del complesso per raggiungere la vecchia sacrestia, visitare la Cella Trichora e concludere la visita dentro alla Cattedrale che dal 1997 è patrimonio dell’umanità sotto tutela dell’UNESCO.


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Created: Friday, October 19, 2007; Last updated: Saturday, December 10, 2022
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